Ungheria, il ministro degli Esteri sul sostegno a Mosca: “Tuteliamo i nostri interessi, il gas russo è essenziale”

 

„Quando ci si trova in un'area priva di sbocchi sul mare, se non si riceve energia da Mosca non si può rifornire il proprio Paese. Col governo Meloni la collaborazione tra noi e l'Italia sarà più semplice", dice il capo della diplomazia di Budapest.

 

DAVOS - Péter Szijjártó, ministro degli Esteri ungherese e politico di lungo corso del partito di Viktor Orban, Fidesz, concede un'intervista esclusiva a Repubblica nel mezzo di una ricca agenda di incontri diplomatici ed economici a Davos. E accetta di rispondere anche sui temi più spinosi - gli scontri con l'Europa, la lesione dei diritti, le accuse di corruzione e di vicinanza a Putin, le ambiguità sull'Ucraina.

Ministro nell’UE siete considerati il Cavallo di Troia della Russia. E ricattate l’UE e ponete veti su qualsiasi dossier che riguardi Mosca.

Noi difendiamo il nostro interesse nazionale. Possiamo guardare ai nostri problemi solo con i nostri occhi, quindi né con gli occhi degli russi, né con quelli degli americani. La nostra è una politica ungherese: se qualcosa è nel nostro interesse nazionale, lo facciamo. Se qualcosa non lo è, non lo facciamo. Non abbiamo ricattato l’Europa su nessuna questione.

Avete bloccato i pacchetti di sanzioni UE.

Certo. Perché la geografia e la realtà contano in politica. Quando ci si trova in un’area priva di sbocchi sul mare, se non si riceve gas e petrolio dalla Russia, non si può fornire il proprio Paese. Quindi è necessario manterene un rapporto con Mosca e garantirsi nell’UE delle esenzioni.

Orbán ha detto che l’Ucraina può continuare a combattere solo finché gli Stati Uniti la sosterranno con l’esercito e le armi. E perché sarebbe un male?

Siamo assolutamente al fianco dell’Ucraina quando si tratta di integrità territoriale e sovranità. E condanniamo la guerra. Ma vogliamo la pace, prima possibile. E sappiamo tutti che per fare la pace è necessario che americani e russi si parlino.

Ma é Putin che non vuole parlare.

Siamo un piccolo Paese, ma ci sono politici più potenti, francesi, americani, tedeschi, che dovrebbero avere il compito di creare circostanze come Minsk.

Cosa cambier nei rapporti con l’Italia ora che la storica alleata di Viktor Orbán, Giorgia Meloni è primo ministro?

La collaborazione tra Ungheria e Italia sarà più semplice. Condividiamo molti punti di vista e ci rispettiamo a vicenda. Sui valori, che siano la famiglia o la nazione, siamo totalmente d’accordo. O sulla sovranità delle nazioni, sulla sussidiarietà, sul rispretto reciproco. Sono abbastanza sicuro che saremo dalla stessa parte sulla migrazione, che è un tema molto importante. Abbiamo sempre adorato il coraggio del vice premier Salvini. In Ungheria devono arrivare solo i migranti autorizzati.

Ma In italia molti migranti arrivano attraverso il Mediterraneo. É un po’ difficile chiudere le frontiere.

Certo: siamo in due situazioni diverse. Noi abbiamo costruito un muro e dispiegato esercito e polizia sui confini. Peraltro i migranti e i trafficanti sono dotati di armi e le usano. Sparano al confine serbo e in Ungheria, alle guardie di frontiera e alla polizia. É una violazione grave della nostra sovranità che non accetteremo. Per quanto riguarda l’Italia penso che si debba prendere una posizione molto chiara: l’unico modo per entrare nell’UE deve essere quello legale. Quindi nessuno dovrebbe pagare trafficanti e imbarcarsi sui loro gommoni. Le imbarcazioni vanno riportate lá dove sono partite. E da ció che sento dire da alcuni funzionari del governo italiano c’é un coordinamento tra i trafficanti e le cosiddette Ong.

Questa accusa non è mai stata provata.

C’é peró una forte impressione che ció accada. E, a prescindere, le Ong fanno presisone su alcuni Paesi affinché li accolgano.

La Commissione UE vi ha tagliato i fondi, è la prima volta nella storia.

La Commissione ha un problema con noi, che non è assolutamente legale, ma politico. Abbiamo concordato 17 leggi che sono state approvate in Parlamento. Ma non abbiamo ottenuto nulla. Non riescono a digerire il fatto che un governo anti-mainstream o di destra o patriottico o comunque cristiano-democratico abbia vinto quattro elezioni di fila nonostante un forte vento contrario, e che abbia ancora successo e sia ancora popolare in patria.

Secondo il Parlamento UE, le elezioni non sono sufficienti se si reprimono sistematicamente i media e l’opposizione.

É ridicolo. Per noi un sistema è democratico se soddisfa la volontà del popolo. Questa è la democrazia, ossia il demos. Il Parlamento europeo pensa invece che una struttura politica possa essere considerata democratica se é liberale e se sono i liberali a governarla.

Stata perseguitando le persone lgbtq+. Non si puó neanche nominare una persona gay perché è pornografia. Un reato.

Il diritto all’educazione dei bambini sulle questioni sessuali spetta ai genitori. Non vogliamo  che certe Ong venute dal nulla entrino nelle scuole e inizino a parlare ai nostri bambini di educazione sessuae all’età di sei, sette anni. Per noi è inaccettabile.