Carissimi Amici Italiani,
Come ben sapete, per noi Ungheresi, la data del 1956, da generazioni ormai, significa la lotta contro la dittatura e quel momento storico in cui un popolo, nel pieno centro dell’Europa, si ribellò e scelse la via della libertà.
L’Ungheria cercò, infatti, di prendere in mano la propria sorte in modo europeo e pacifico ai fini di poter vivere libero, ma l’oppressione comunista non glielo permise soffocando nel sangue la sua rivoluzione combattuta per la democrazia.
Purtroppo, in questa lotta rimanemmo soli e, in questo modo, potemmo gioire solo per un breve arco di tempo della fragile libertà ottenuta.
Il 4 novembre, infine, i carri armati sovietici – simboli dell’oppressione sovietica – marciarono sull’Ungheria desiderosa di democrazia. Dopo il soffocamento della nostra rivoluzione dovemmo subire più di un trentennio di dittatura comunista, finché, nel 1989, rifiorì la possibilità di tralasciare definitivamente l’oppressione fisica e mentale e di avviarci sulla strada della democrazia.
Ma senza il 1956, senza le ragazze e i ragazzi di Budapest, senza i rivoluzionari sacrificanti le proprie vite, non ci sarebbe stato il 1989.
Noi Ungheresi viviamo liberi da appena 31 anni e anche per questo ci è così cara la nostra democrazia che tuteliamo da ogni attacco e ad ogni costo.
Vi prego di gradire il seguente contributo audiovisivo ritraente la nostra gloriosa rivoluzione, accompagnato da uno dei simboli di questo evento storico, l’ouverture Egmont di Beethoven.
Milano, 22 Ottobre 2020
Csiszár Jenő
Console Generale di Ungheria a Milano